Ecco una rottura:
* primi giorni di calcolo: All'inizio dei personal computer, la sicurezza non era una delle maggiori preoccupazioni. Le persone erano più concentrate sulla novità dell'informatica e nell'esplorazione del suo potenziale.
* Curiosità e sperimentazione: Alcuni primi programmatori erano curiosi di come manipolare codice e sistemi. Questa sperimentazione ha portato alla creazione di programmi che potrebbero auto-replicarsi e diffondersi.
* Mancanza di consapevolezza: C'era poca comprensione del potenziale danno che questi programmi potevano causare. Il concetto di intento dannoso non era prevalente.
È importante notare che:
* Il primo virus: Il primo virus informatico noto, "Creeper", è stato effettivamente creato da un programmatore di BBN Technologies chiamato Bob Thomas nel 1971. È stato progettato per essere un programma autoreplicante che si sarebbe diffuso su una rete. Tuttavia, non era destinato a essere dannoso.
* Intento dannoso: Mentre i primi virus erano per lo più esperimenti giocosi, il concetto di intenti dannosi emerse in seguito. Le persone hanno iniziato a usare virus per guadagno personale, sabotaggio o notorietà.
Quindi, sebbene non vi fosse un inventore specifico con uno scopo dannoso, l'evoluzione dei virus informatici può essere attribuita a una combinazione di fattori:
* Curiosità e sperimentazione: Il desiderio di esplorare i confini dell'informatica.
* Mancanza di consapevolezza della sicurezza: L'assenza di conoscenza e consapevolezza sui potenziali rischi di programmi autoreplicanti.
* Intento emergente malizioso: Il desiderio di utilizzare questi programmi per guadagno personale o sabotaggio.
È fondamentale ricordare che mentre i primi virus avrebbero potuto essere involontari, l'evoluzione dei virus dannosi ha avuto conseguenze significative, portando allo sviluppo di sofisticate misure di sicurezza informatica.
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